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Oggi vediamo come scegliere la migliore carta carbone.
Particolare ed unica per aspetto e funzione, la carta carbone, detta anche carta copiativa, è ricoperta all’esterno di uno strato di inchiostro asciutto, al quale si accompagna di solito della cera, così da permettere di creare diverse copie a partire da un solo documento. Queste vengono create proprio perché lo strato di inchiostro, che viene pressato dalla scrittura fatta su un tradizionale foglio di carta, si adagia ad un ulteriore foglio posto sotto la carta copiativa, così da riprendere perfettamente la scrittura fatta sul primo foglio. Solitamente il colore della copia del documento è nero (come la pellicola di inchiostro di cui è fatto la carta carbone), ma è possibile distinguere i vari tipi in commercio anche in relazione al colore che può essere diverso.
Origini
L’invenzione della carta carbone risale al 1806, grazie all’ingegno di Ralph Wedgwood. Se per l’epoca rappresentò sicuramente una rivoluzione, nell’era moderna la carta carbone è stata totalmente sostituita da mezzi come le fotocopiatrici (molto rapide che riproducono contemporaneamente un numero elevatissimo di copie grazie alla fotoconduttività), nonché dall’inserimento negli uffici di personal computer e stampanti che rendono superflua la scrittura a mano.
Possiamo però ritrovare anche oggi questo strumento in cartoleria, ma rimane retaggio di vecchi affezionati alla scrittura tradizionale, e alcuni artigiani che fanno della lavorazione manuale la forza dei loro prodotti.
Caratteristiche
Se vogliamo ottenere una copia di un documento, basta quindi inserire la carta carbone tra il foglio in cui il documento verrà scritto e quello in cui il documento verrà copiato. La parte con l’inchiostro deve essere rivolta verso la superficie del secondo foglio, cosicchè la pressione riesca a trasferire l’inchiostro stesso dalla carta carbone al foglio tradizionale. Tale pressione può essere esercitata da una penna, ma anche dal martelletto portacaratteri della macchina da scrivere: in tal caso nel rullo della macchina verranno inseriti i tre fogli necessari. Se si vogliono ottenere più copie, basta trasferire l’inchiostro della carta carbone su un foglio di carta velina anzichè uno normale: la carta velina infatti è trasparente e molto sottile e ciò permette che, appoggiata su un foglio e ricalcando i segni, la traccia di questi si traferisca al foglio sottostante (anche se in maniera più debole rispetto alla carta carbone.)
L’inchiostro della carta carbone non si esaurisce con un solo utilizzo, e questo consente di riutilizzare i fogli anche più di una volta: per quelli di marca migliore si può arrivare addirittura a cento volte, compatibilmente con la lunghezza del testo e i caratteri. È per questo motivo che, se la carta carbone viene usata per creare una copia di un documento i cui contenuti sono privati, sarebbe meglio venisse distrutta subito dopo il suo utilizzo: la traccia originaria infatti rimane comunque impressa sulla pellicola superiore del foglio di carta carbone (che è appunto di carta velina), rendendo così riconoscibile il documento. Un tipico e ancora oggi attuale utilizzo della carta carbone lo troviamo per le fatture: i blocchetti prestampati infatti sotto l’originale contengono un foglio ugualmente prestampato di carta: in questo caso è però il primo foglio ad essere trattato nella parte a contatto con il secondo, affinché funga esso stesso da carta copiativa. La copia risultante di solito rimane al commerciante.
Tipologie
Le distinzioni sono possibili anche in questa categoria: sotto un primo aspetto si distinguono le carte carbone per i differenti colori della patina di inchiostro, per un altro la carta carbone usata per la scrittura manuale si differenzia da quella utilizzabile con le macchine da scrivere. In questo caso infatti i fogli sono più sottili, e la pellicola inchiostrata è più secca: questo permette di avere delle copie fedelissime all’originale, in quanto non vengono lasciati eventuali residui oltre ai segni scritti.
Per le copie veniva utilizzata la carta velina, sottilissima e oggi caduta in disuso insieme alla carta carbone, come promemoria da consultare negli archivi dell’ufficio. Nel XX secolo si trovavano ancora carte copiative di diversi colori: quello più utilizzato per l’ufficio era chiaramente il blu, poi sostituito dal nero. Il rosso invece veniva utilizzato esclusivamente con funzione di evidenziatore. Le carte copiative per l’ufficio permettevano di fare tra le sei e le sette copie del medesimo documento, tutte chiaramente leggibili.
La carta carbone per uso manuale invece è molto più spessa: infatti è predisposta per subire pressioni non sempre di identica consistenza. In tempi recenti vennero addirittura plastificati, così da renderli ancora più resistenti. In questo caso non era possibile predisporre più di una copia per foglio di carta carbone, ed il colore prevalente rimase sempre il blu.
Tipico utilizzo di questo tipo di fogli si ritrova per le ricevute la bollo. Infine la carta carbone poteva essere utilizzata anche per il disegno, e molto più ampio e duraturo fu l’utilizzo proprio in tale ambito, fino all’avvento dei computer. Per adattarsi ancora meglio alle esigenze artistiche, ne venivano predisposti anche in misure grandi (formato A0), e in vari colori così da permettere la scrittura anche su superfici non bianche, per esempio la carta carbone gialla veniva usata per superfici nere.
Carta Carbone più Venduta
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