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Oggi vediamo come scegliere l’inchiostro per ricarica stampante.
Questa guida offre informazioni sull’inchiostro per cartucce della stampante, su come e dove acquistarlo e interessanti consigli su come utilizzare la propria stampante per economizzarne l’uso. Nella parte finale della guida vengono presentati i siti dove poter acquistare queste ricariche e i principali produttori di inchiostro per ricariche.
Come Funziona
La scrittura ha da sempre rappresentato una tappa fondamentale dell’evoluzione dell’uomo sia dal passaggio da preistoria a storia che dall’invenzione della stampa di Gutenberg, fino ai giorni dove il tutto è regolato da calcolatori e quindi stampanti.
L’inchiostro per le cartucce di una stampante è parte essenziale e fondamentale di tutte le stampanti a getto, le più diffuse e economiche sul mercato. Esse si basano infatti sul semplicissimo principio di “spruzzare” un getto di inchiostro, la cui composizione è a base di acqua, sulla carta, il quale quasi istantaneamente asciuga al contatto con l’aria. Questo stesso principio è utilizzato sia per stampanti per personal computer, sia per stampanti multifunzione con scanner, fax e fotocopiatrici, sia nell’editoria, e l’inchiostro utilizzato viene mantenuto in apposite cartucce, il più delle volte ricaricabili. Si può quindi ben capire l’importanza di rigenerare queste cartucce con l’idoneo inchiostro, per un risparmio sia in termini di costo, non dovendo ricomprare l’intera cartuccia, sia in termini di materiali e rifiuti.
Di fatto la ricarica della cartuccia di una stampante costituisce anche un’idea ecologica, con questo metodo viene infatti prodotta una minor quantità di rifiuti, oltre che economica, riducendo i costi ed evitando la sostituzione dell’intera cartuccia.
E’ palesemente ovvio ricordare che la ricarica di cartucce per stampante si può effettuare per stampanti a getto di inchiostro a base di acqua ( soprannominate “InkJet”) , quindi sono escluse da questa trattazione quelle laser , le stampanti a aghi e quelle a base di inchiostro solido.
Storia
L’inchiostro altro non è che un liquido con al suo interno dispersi dei pigmenti coloranti, al quale vengono poi aggiunti vari additivi complementari come collanti,polimeri e catalizzatori per esaltarne alcune determinate caratteristiche. A seconda dell’utilizzo cambia la sua composizione e anche nel campo di stampe digitali la composizione d’inchiostro può variare da stampante a stampante.
La stampante che quasi tutti noi possediamo oggi,nasce dallo sviluppo della vecchia macchina da scrivere, prima meccanica e poi digitale. I primi modelli risalgono al 1980 circa ed erano costosi, voluminosi e assai complessi da utilizzare.
Nelle prime stampanti quanto appena descritto per l’inchiostro non era infatti possibile: le cartucce e il toner stesso (inizialmente costituito da piccole pompe e resistenze), addirittura a volte anche parti meccaniche coinvolte nel getto di inchiostro, una volta esauriti andavano buttati via gravando sui costi di manutenzione della stampante.
Questo spreco venne superato pensando di recuperare le parti non usurate e quindi le cartucce stesse per poterle riutilizzare. Quasi tutte le stampanti spruzzano l’inchiostro sulla carta scaldandolo. Grande innovazione in questo campo è stata effettuata dalle stampanti Epson che tramite la tecnologia chiamata “MicroPiezo” spruzzano l’inchiostro in gocce sulla carta tramite impulsi elettrici. Questa tecnica permette un maggior controllo della goccia stessa di inchiostro, una minor dispersione e quindi spreco dello stesso e tempi di essicazione minori. Al contempo queste stampanti richiedono maggior cura e pulizia.
Caratteristiche
Esistono semplici regole che migliorano l’uso delle cartucce delle stampanti e permettono quindi un risparmio nella ricarica dell’inchiostro e che ne prolungano la durata.
La regola fondamentale da seguire in ogni caso è di ricaricare le cartucce delle stampanti prima che l’inchiostro finisca completamente, siano cartucce del nero o del colore. In questo modo si evita che si rovinino i circuiti e i distributori, nel caso si stampi con inchiostro esaurito, o che secchi dell’inchiostro sul fondo.
Esistono appositi liquidi per la pulizia nel caso di inchiostro essicato.
Inoltre una volta terminato l’inchiostro evitare di tenere la cartuccia all’aria aperta o peggio ancora al sole, ma richiuderla in un sacchetto ermetico, sempre per evitare che secchi.
Si raccomanda anche di pulire le testine per esempio con un panno umido leggermente bagnato o con alcol industriale per rimuovere la sottile patina di inchiostro essiccato se non si utilizza la stampante per qualche giorno. Anche gli ugelli della stampante vanno regolarmente puliti prima di inserire una cartuccia ricaricata o nuova.
Il numero di volte al quale è possibile ricaricare la cartuccia di una stampante varia a seconda della marca e del tipo di cartuccia: le cartucce del colore si possono ricaricare meno volte rispetto a quelle del nero (solitamente la regola è 10-15 volte quelle del nero e 7-9 quelle del colore).
Caratteristiche fondamentali di un buon inchiostro sono la densità, la viscosità e la quantità di pigmenti originali in esso contenuti, ma per l’acquisto basta scegliere quello compatibile con la propria stampante.
Classificazioni
Come si può immaginare ogni stampante possiede due cartucce, una per il nero e l’altra per i colori, ottenuti a partire dai colori fondamentali: rosso,verde e blu. Sorge il piccolo problema che se finisce uno dei tre colori fondamentali, va completamente cambiata la cartuccia del colore, magari non completamente vuota negli altri 2. Vi sono però alcune stampanti che utilizzano contenitori separati per i 3 colori e quindi è possibile sostituire solo quelli necessari. Stampanti avanzate possiedono addirittura 6 contenitori: uno per il nero, 3 per i colori fondamentali e due adibiti ai colori per stampe da foto. A tutti questi differenti tipi di stivare l’inchiostro corrispondono differenti ricariche di cartucce.
Le stampanti sono perciò classificate in monocromatiche (solo nero), tricromatiche (giallo, ciano, magenta, il nero è ottenuto dalla loro sintesi), quadricromatiche (i 3 base di prima più il nero) e esacromatiche che rendono al meglio le mezzetinte. L’inchiostro delle ricariche è raccolto in flaconi, solitamente da 60 ml, 120 ml, 250 ml, 500 ml e 1 l, e offrono per questo un numero sempre maggiore di ricariche. Per esempio il flacone da 60ml offre 10 ricariche per una normale stampante. Particolare classificazione può essere fatta anche per le cartucce della propria stampante, suddivise in cartucce a tanica con testina permanente, semipermanente, cartucce a tanica con testina annessa.
Dove acquistare
Nell’acquisto di inchiostro per cartucce di stampanti bisogna innanzitutto specificare la marca e a volte anche il modello della propria stampante e in base a quello comprarne la ricarica. Per un corretto funzionamento della stampante stessa e anche per una maggior durata è sempre preferibile associarne la ricarica apposita. Non sono può variare il metodo di ricarica dell’inchiostro ma anche la quantità di inchiostro stivabile nella cartuccia; per esempio le stampanti Lexmark hanno le cartucce con maggior capacità sul mercato, molto superiore per esempio a quelle di stampanti Canon.
Come in ogni mercato, anche in quello dell’inchiostro esistono prodotti più o meno economici e più o meno di qualità. Ricariche per cartucce sono disponibili nei centri commerciali, nei negozi di prodotti di informati e stampanti, nelle tipografie o cartolerie specializzate o direttamente da siti internet che ne vendono.
Ricariche per Inchiostro Stampante più Vendute Online
Per concludere proponiamo una lista delle ricariche per inchiostro stampante più vendute online in questo periodo con il relativo prezzo.
Cliccando sui prodotti presenti nella lista è possibile leggere le opinioni dei clienti.